Petronio Russo

Petronio Russo Giovanni Inventore, scultore, scrittore, insegnante e politico

Giovanni Petronio Russo, inventore, scultore, scrittore, insegnante e politico, fu un uomo di grande ingegno, celebrato ed esaltato da tutti gli Adraniti tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi anni del Novecento.
Nacque in Adernò,oggi Adrano, il 24 gi,ugno 1840 da Vincenzo Petronio e Pietra Russo. Fin da piccolo dimostrò intelligenza vivace e spiccate attitudini per la matematica e le scienze meccaniche.
Completati gli studi umanistici nel paese, si iscrisse all'Università di Catania, prima nella facoltà di Medicina e Chirurgia e dopo in quella di Ingegneria  meccanica Anche se non conseguì la laurea perché impegnato nella gestione di un negozio, Iasciatogli dal padre, continuò da solo gli studi di matematica, fisica e meccanica.
Le scoperte scientifiche degli ultimi anni, specialmente l'invenzione della locomotiva a vapore, compiuta dall'inglese George Stephenson che stava cambiando tutto il sistema economico, commerciale e di trasporto, lo entusiasmarono molto; intensificò, allora, i suoi studi e considerò possibile
adoperare il vapore anche per un mezzo di trasporto su strada., un'automobile stradale. Furono anni di intenso lavoro: disegnò e cominciò a costruire i vari pezzi della sua "locomotiva stradale a vapore", che potesse frenare istantaneamente, raggiungere la velocità di 15 km/h, manovrarsi con facilità nelle curve e non produrre fumo.
Sospese la sua geniale invenzione nel 1866, quando partecipò alla terza guerra d'indipendenza, dove si distinse per valore militare e fu decorato con la medaglia d'argento. Finita la guerra, riprese il suo ambizioso progetto e finalmente, nel 1871, la macchina era realizzata!
Dopo averla collaudata, la fece brevettare In Italia, Austria,Francìa c Belgio,
ottenendo il brevetto ufficiale di inventore.
Durante le trattative per la costruzione fu truffato, ma fortunatamente fu aiutato dai genitori che gli fìnanziarono la costruzione di una nuova locomotiva stradale", in collaborazione con il cantiere Marzocchi dì Roma. Mentre si trovava a Roma fu ammesso nell'Accademia dei Quiriti, dove tenne con Successo una conferenza. sul progresso della meccanica.
Il 2 luglio 1873 la macchina di Giovanni Petronio Russo fu presentata a Roma e successivamente, ii 25 settembre dello stesso anno, a Catania.
Molti giornali nazionali come "Il Paese", "La Riforma", "La Nuova Roma", riportarono l'avvenimento, congratulandosi con l'inventore perché la sua invenzione cambiava radicalmente ì vecchi e malsicuri sistemi di comunicazione e augurandogli di trovare in Italia "quel giusto compenso che l'importanza e l'utilità della sua scoperta giustamente può pretendere"("La Riforma")
Purtroppo l''nvenzÌone non ebbe fortuna e nessuno la volle costruire, né Ì banchieri della Sicilia, né quelli di Napoli né quelli di Roma.
Profondamente deluso, nel 1876 si trasferì per alcuni anni a Napoli, dove superò il Concorso per l'insegnamento di Disegno, scrisse alcuni libri di agraria, di meccanica e di scienze e fece altre invenzioni, come dei congegni meccanici per i tram.
Ritornato al Adernò, si dedicò alla scultura e realizzo importanti opere per il
paese, come il Battistero della Chiesa Madre, le transenne in marmo dell'altare maggiore e delle due cappelle del transetto e le ringhiere in ferro della cupola della stessa chiesa.
Ma la sua scultura più interessante rimane la "Statua dell'Immacolata", posta sulla sommità di una fontana, disegnata da lui stesso e situata nella piazzetta che gli Adraniti oggi chiamano "A Mmaculatedda".
Si diede anche alla vita politica e come assessore comunale lavorò sempre a favore della popolazione.
Quando nel 1887 il terribile morbo del colera colpì Adernò, egli non abbandonò il paese, anzi collaborò con le squadre di soccorso e si adoperò per trovare la causa dell'epidemia che risultò essere causata dall'inquinamento dei pozzi privati.
L'Amministrazione comunale allora fece chiudere i pozzi inquinati e ritenne necessario installare delle fontane pubbliche che erogassero l'acqua potabile del quartiere Patellaro, dove nessun caso di colera si era riscontrato.
Non disponendo, però, il Comune della somma richiesta., l'assessore Giovanni Petronio Russo, insieme ad altri illustri cittadini, contribuì con denaro proprio alla realizzazione di tale opera, anticipando L.557.
Ma per dissidi politici fu sospettato dì averne approfittato e fu dichiarato decaduto da consigliere.
Morì ad Adernò il 14 dicembre 1910 e solo alla sua morte fu riconosciuta la sua dirittura morale e l'importanza della sua invenzione.

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