La storia del Rosario - 2

 

I^ Parte _ B

Questa parte del notiziario si  apre con una lode e un ringraziamento alla Divina Provvidenza, poichè dal male ricava il bene, e difatti dalle distruzioni della seconda guerra mondiale, ha ricavato la Casa del Fanciullo “Maria Santissima del Rosario”.

Ecco lo stato di Adrano dopo la cacciata dei tedeschi da questa zona.

Agosto 1943:

Ecco la descrizione della visione avvenuta la mattina dell’8 agosto 1943 – giornata di domenica: dalla contrada “Luna” sino alla Piazza Ammalati” truppe motorizzate canadesi, inglesi, americani, carri armati, cannoni, devastazioni e grosse buche nelle campagne; sono occupati tutti i luoghi dove sostarono alcuni giorni i tedeschi in ritirata sino al castello “Solicchiata” poi, strade ingombrate dalle macerie, case distrutte, porte divelte, non si può scendere per la via Sanfilippo tutta ingombrata, senza acqua, senza luce. Centinaio di bombe inesplose in tanti luoghi; molte casse svaligiate dai ladri … piazza S. Pietro sconvolta, a stento si entra nel cortile della Pretura, perché il portone allora esistente fu chiuso dallo spostamento dell’aria. Subito vedo la stanza dell’oratorio, a pianterreno, senza tetto; un grosso buco vicino alla porta: sala della radio quasi distrutta, senza porte, mi volto a guardate la abitazione della canonica: senza tetto, distrutte le volte; balconi pendenti; si intuisce dal di fuori quale rovina sia capitata all’interno: distruzione di mobili, libri, utensili, ecc. La sala dei fanciulli cattolici con il tetto crollato; non posso entrare in Chiesa dalla porta dell’altare maggiore per il monte di macerie accatastate. Balconi e porte semidistrutti; cortili dei ragazzi con i muri distrutti; tra i buchi di cannonate o di bombe.

I ragazzi, poi raccoglieranno circa Kg 10 di schegge nel solo cortile; si vedono colti di mitraglia sul muro della Chiesa. Tento, facendo largo a stento fra le macerie di entrare in Chiesa dalla porta laterale. Povera mia Chiesa, come l’hai passata brutta! Circa 10  centimetri di calcinacci sul pavimento; le finestre spezzate o divelte; lampadari penzoloni, il tetto bucato in cinque o sei luoghi, altare di S. Domenico distrutto, la corona della Santissima Vergine caduta sull’altare, sedie rotte, la Santissima Vergine senza sorriso, ma intatta qualche piccola scheggia al manto o nelle icone; il Crocifisso bocconi, la testa rotta e distaccata, un braccio staccato, le gambe, la croce di marmo spezzata, il petto squarciato! Dopo l’emergenza si continua ancora a vivere, ma perché ci sostiene una grazia particola della Divina Provvidenza.

Dopo tale visione, passano giorni di tristezza, di indecisione: chiudere la Chiesa al culto? Per due anni almeno dare l’addio ai ragazzi e andare a vivere in campagna? Ma la Santissima Vergine, rimasta intatta, è segno di speranza; si sgombra, si recuperano le cose recuperabili, si celebra il mese di ottobre, si fa il tetto della Chiesa completamente, si ricostruisce l’Associazione e, finalmente si rialza il Santissimo Crocifisso. Oggi, venerdì 14 marzo 1944. Nel petto di Gesù fu trovato questo documento: “Die 22 Apriilis 1691- milleseicento-novantuno” si compie di scultura questo santissimo Crocifisso per mano mia . Sebastiano Leoni, della città di Tortorice. Sia tutto a gloria di Dio, a cui raccomando l’anima mia qui in Tortrice”. Questo documento fu posto dentro il tabernacolo del Santissimo Crocifisso, assieme ai nomi degli offerenti che hanno fatto ricostruire l’altare.

Diario dallo sbarco anglo-americano in Sicilia alla presa di Adrano

(10 luglio 1943 – 8 Agosto 1943)

Sabato 10 luglio 1943: Avevo celebrato la S. Messa, all’improvviso un suono tempestoso di campane; panico e grida indescrivibile, stato di emergenza. Gli inglesi sono sbarcati; questa mattina preso si sono visti innumerevoli razzi verso sud illuminare la costa in modo fantastico, segno sicuro della sbarco. Serpeggia ben presto la notizia della radio Londra: lo sbarco è avvenuto a Pachino.

11 luglio – domenica : comincia la tensione nervosa: alla radio, ore 13 ascoltiamo: Teste di sbarco a Licata, Pachino, Siracusa”.

12 luglio: Ci troviamo in attesa di notizie in piazza, passaggio di centinaia e centinaia di automezzi, si dirigono verso Randazzo, quindi una ritirata, ma essendo fulminea, appena 24 ore dallo sbarco fa molta impressione. Scrivere in questo giorno tutto quello che si può scrivere al vocabolo “avvilimento!”

13 luglio . martedì : continua l’indecisione e la tensione nervosa: tutta Adrano in veglia.

14 luglio – mercoledì: Ore una e trenta, saltiamo dal letto: un forte boato, impressionante sentiamo il crepitio della mitraglia sul nostro tetto, rumore assordante di automezzi che confusi per aerei portano colpi ai nervi abbattuti. Scendiamo per andare al pianterreno, sento un puzzo di polvere, una densa nebbia avvolge il Rosario, ancora la mitraglia batte sui nostri cuori, qualche grido contenuto, certo il panico è inconcepibile. Combattente, fra i pericoli continui, non provai tanta impressione come al crepitio della mitraglia sui tetti. Certo l’arma aerea in questa guerra ha portato un contributo decisivo, abbattendo l’animo dei più spiritosi; è inutile parlare di sangue freddo, di calma; stiamo nel locale dell’Oratorio sino alle ore 5,00. Poi si conosce l’accaduto: una bomba sull’edifico delle suore del S. Cuore, quattro ferite, una nella sacrestia di S. Giuseppe (un morto); una sulla facciata della casa Ciancio, a S. Francesco di Paola, senza vittime. Appena si fa giorno lo sfollamento è istantaneo, indescrivibile; è una corsa passa, scomposta, dissennata verso la campagna. La canzone “sfollate o catanesi” è a noi da loro ritorta.

 15 Luglio – giovedì: Ore 14 qualche bomba sullo stradale dei Cappuccini; giri di aerei sulla casa di campagna al “Palmento” dove siamo ricoverati; colpi di mitraglia poco lontani, bombe sulle strade Paternò – Biancavilla – Regalbuto. La visione perfetta aumenta il delirio (si vede di fatti la picchiata dell’aereo e lo sgancio della bomba).

16 Luglio – venerdì: SS. Vergine del Carmine.

Sostengo una discussione perché non sappiamo se oggi sia giovedì o venerdì, ma l’ufficio divino, recitato regolarmente ogni giorno mi convince che è la festa della SS. Vergine del Carmine. Proprio lo stesso come l’otto dicembre 1917; quando, trovandomi in marcia da Legnago (Padova) vero Ponte d’Arzere non comprendevo perchè la gente veniva in gruppi in chiesa. Ho   domandato; mi rispose con meraviglia. “E’ la festa della SS. Vergine Immacolata”, otto Dicembre!

Nulla oggi annunzia la festa della SS. Vergine del Carmine; né suono di campane, né folle devote, né SS. Messe. In campagna desidero che venga molta gente a Messa, ma una raffica di mitraglia contro un caccia, mi convince a non invitare nessuno, perché ognuno rimanga tra i propri familiari.

17 Luglio – Sabato: Un inno di lode e di riconoscenza alla SS. Vergine che mi ha fatto celebrare ogni giorno la S. Messa, è l’ottavo dell’emergenza.

Questa mattina, sabato, ho celebrato al Rosario per consumare le SS. Particole eravamo partiti per due – tre giorni. Mi si strinse il cuore nel lasciare vuoto il tabernacolo, mi rivolgo con un singhiozzo alla Divina Madre: “Perché tutto questo? I bambini che hanno pregato alla sera dei primi sabati con tanto affetto qui, sotto il vostro sguardo ed il vostro sorriso, dove saranno? Quando ritorneranno?”. La S. Messa è quella per qualunque necessità; ecco il salmo 78 “O Signore perdona i nostri peccati, sii misericordioso, affinché la gente non ci dica: Dove è il nostro Dio?”. Signore, rispondete presto a questa domanda che viene rivolta a noi sacerdoti: Non si vuole comprendere il castigo di Fio.

18 Luglio – Domenica: Nella tarda notte, cannoneggiamento navale su Catania: fuochi fantastici in pianura e sui monti a sud segnano le linee degli inglesi; razzi luminosi su Centuripe e Troina, non si dorme,

Ore sette S. Messa in casa Sanfilippo per le suore e sfollati, molte comunioni. All’improvviso arei inglesi e contraerea nostra; panico a stento contenuto, preghiere fervorose. Ore 9 la S. Messa al Palmento trasformato in Chiesa, confessione, sei sante Comunioni. Per la conoscenza della psicologia generale degli animi in quei giorni, riporto un saggio dei saluti scambievoli negli incontri (perché eravamo costretti a scendere in città, ogni giorno per le necessarie provviste) “Semu pazzi, oh sdilliniu, ni stanuniscenni i sensii, non ni pozzu chiù, e cu ni ci purtau, paremu i zingari, ma quantu a durari, chi ni finiu beddu! Ecc… ecc…

19 Luglio – Lunedì: Durante la notte continuo cannoneggiamento in direzione sferro, fuoco fantastico di benzina immagazzinata, con alta colonna di fumo. Una bomba ha rotto la conduttura dell’acqua e la città quindi soffre ancora questo flagello: la sete! I poveri aggiungono questa alle altre fatiche e sofferenze: andare a Patellaro per l’acqua.

20 Luglio – Martedì: Bombe alla Catena di Bronte, alcune case distrutte nessuna vittima: bombe alla Piatta Banda, Cavaliera, Aragona! E’ uno spettacolo terrificante poiché comprendiamo dal rumore appesantito, come gli apparecchi siano carichi,  eppure passano sopra le nostre teste. Poi vediamo la picchiata e calare giù le bombe; al rumore si scuote la terra sino a noi. Durante la notte forte cannoneggiamento a breve distanza. Gerbini, Sferro, Catena Nuova è tutta una linea di fuoco La terra si scuote per gli scoppi ma non trattandosi di velivoli dormiamo con relativa calma.

Al mattino ore otto e trenta, S. Messa nel palmento mentre si sente qualche colpo di cannone, reminiscenza della messa al fronte. Distinguo nettamente, come allora al Piave, un attacco o forse contrattacco con scoppi di bombe a mano e crepitio di mitraglia.

21 Luglio – Mercoledì: assistiamo durante la notte ad  un ripetuto duello d’artiglieria: Gerbini, Sferro, Catena Nuova, Agira. I boati sono inesistenti: comprendiamo essere quella la linea di resistenza, ma si avanza. Ogni nostro tricolore è scomparso dal primo giorno, abbiamo per questo gli animi sospesi. Attorno a noi regna una certa calma, gli apparecchi sorvolano e si dirigono verso gli obiettivi della valle: Quartalaro, Pompeiano, Aragona, Ponti. Alcune batterie sono piazzate ai Mulini, allo spezze; gli apparecchi ne vanno in cerca mentre noi assistiamo, paurosi, ai duelli di fuoco. Episodio: uno dei tanti. Uno sbandato si riposa al palmento, e chiede acqua, è un meccanico specializzato di aviazione; a Pantelleria, sotto altissime roccie vi erano anche mulini e cibo per un anno, venti mila uomini per la difesa, rifugio per 300 apparecchi, rotta la conduttura dell’acqua, si passano 6 giorni senza una goccia d’acqua, salvati i soli meccanici da una apparecchio militare; dopo altri due giorni fu chiesta la resa.

22 Luglio – Giovedì

Assistiamo al lancio di bombe sullo stradale sotto TROINA che conduce a Cesarò. Certo una colonna avanza in quella direzione. Passiamo ore di ansia perché altri scoppi sono a noi vicini e non sappiamo cosa fare; se cercare scampo più in alto o attendere qui gli sviluppi della situazione. Abbiamo fiducia nella Santissima Vergine.

Ore 15: Spettacolo terrificante: Bombe su Adrano, non  ne comprendiamo il perché. Vediamo il moltiplicarsi degli scoppi, passiamo momenti di angoscia, perché  aspettiamo qualche bomba sul palmento. Gesù mio misericordia! Ripetuto tante volte: poi ci riferiscono: Ospedale, Chiesa agonizzante, Case Bulla, La Manna, Garofalo ecc., a terra: qualche vittima. Scappiamo in contrada S. Giuseppe.

23 Luglio – Venerdì.

Uno degli scopi che certamente la Provvidenza otterrà dalle sofferenze tragiche di questi giorni sarà quello della scomparsa della superbia: siamo tutti atterriti; non si sente una parola o motto di spirito; non si sente nominare qualcuno come eroe o animoso; tutti tremiamo e siamo in attesa di sofferenze maggiori: non ci sembra di poter resistere a lungo, invochiamo la misericordia di Dio su noi. Le persone che soffrono attorno a noi, non ricevono alcuna buona parola d’incoraggiamento: Visi spauriti, occhi stravolti, proprio la profezia del Giudizio Universale “Atterramento per il rimbombo che è continuo attorno a noi “.

Ogni apparecchio che passa ci rende freddi, in attesa di qualche sventura il cuore batte forte e non sappiamo a qual partito appigliarci.

Sono disceso al “Palmento” in una indecisione quando mai tragica.

Ho chiesto stamane al Signore nella S. Messa come grazia particolare la calma in queste circostanze! La chiederò con insistenza, perché il sistema nervoso ormai si logora, chi sa con quali conseguenze; ma la visione di bombe su Troina, Cesarò, Bronte, Regalbuto, manda a monte ogni proposito. Oh Signore abbrevia i giorni della sofferenza! SS. Vergine ci avete abbandonati!

24 Luglio . Sabato . 15° giorno dello stato di emergenza.

Caduta Palermo non comprendiamo ormai perché debba resistere al zona di Catania; sentiamo il cannone più vicino, sembra a Paportello, Schettino, Cavallaccio, Regalbuto: crediamo vogliano che tutto cada per l’assedio, perché una colonna gira verso Cesarò per circuire l’Etna e tutta la Regione. Ho un gran desiderio di qualche quadro bianco, fra tanta foschia, ma dove trovarlo? Questo a me sembra il castigo più grande del Signore: la mancanza di episodi spirituali, di eroismo, di buoni esempi, andare a soccorrere i feriti? A seppellire i morti? Terrore e semplicemente terrore; episodi di terrorismo e di egoismo e di attacco alla vita ad ogni costo: ecco come il Signore si è da noi allontanato; ci fa mancare la sua grazia, la sua assistenza, perché comprendessimo quale Padre abbiamo offeso; ma almeno ci ravvedessimo e fossimo perseveranti nei buoni proposti di questi giorni!

25 Luglio – Domenica: La seconda in campagna e dalla fuga.

Ore 9 S. Messa 50 sfollati o fuggiti, circa 12 SS. Comunioni.

Un apparecchio gira durante la Consacrazione e porta un poco di panico, il resto della giornata si presta poco agli appunti. Giornata di tragedia. Ore 10 circa bombe su Adrano in un orario in cui molti vi si trovano per le provviste necessarie; si ripete alle 15,30, rimaniamo semplicemente stupiti. Il Signore ci ha promesso che non ci darà sofferenze superiori alle nostre forze “E allora Signore fino a quando? Perché ci sembra di non poter portare questa croce; abbiate finalmente pietà di noi, perché sebbene peccatori siamo sempre figli vostri!”

26 Luglio – Lunedì:

Sono scappato di nuovo a S. Giuseppe. Anti-aerea piazzata alla Fumata, Dagala, Naviccia, Solicchiata. Voli di ricognitori continui e immediato volo di bombe. Ieri non abbiamo avuto un minimo di riposo; il cuore in continuo sussulto, freddo sudore di morte sino a sera; ci sembra difficile poter resistere più a lungo sdraiati non ci riposa, in una crisi violenta di angoscia. Mi sovviene l’annunzio del Giudizio finale: Fuggite ai monti!

Ore 3,15: volo di apparecchi, volo pesante, ci sembra carico di bombe: ecco uno scoppio violento, sembra proprio sopra di noi, la finestra della casa è aperta dalla violenza, la decisione è presa: siamo subito in cammino o meglio in fuga: stelle, luna lucente, ronzio di aerei; lo spettacolo sanguinante di sfollati catanesi che sfollano per la decima volta e domandano: Padre vi è acqua qui sopra?” Con la risposta tragica: “Poca, pochissima!”. Eppure ho inteso adraniti imprecare fortemente, ma un catanese no, e con coraggio vanno randagi stringendosi i bambini al cuore curvi sotto qualche sacco pesante; sarà certo per i bambini innocenti che il Signore perdonerà presto tutti.

27 Luglio – Martedì:

Ieri, sull’imbrunire e sino a tarda notte fuoco di artiglieria sul fronte di Regalbuto di una furia tale mai intesa. Non sappiamo perché, mentre aspettiamo notizie di pace. Siamo sempre nelle mani di Dio; il cuore è sempre in sussulto per i continui rimbombi che non conciliano il sonno e fanno tremare le mamme che stringono i bambini al petto.

Mentre mi accingo a scrivere, al passaggio di un gruppo di velivoli, le mitraglie della Naviccia, sparano e sento il fruscio di un bossolo rotolare vicino a me: il Signore ci custodisca perché c’è sempre da temere. Difatti si appronta qualche piazzola di cannone alla Luna; è indicibile il panico che porta tale lavoro; tutta la zona è di nuovo in movimento di fuga verso l’alto, senza meta, senza acqua, come pazzi,  carichi, stracarichi, si scappa: descrivere tali movimenti è difficile; sono semplicemente tragici. Noi vediamo il film “Luce” non sullo schermo ma lo vediamo in atto.

28 Luglio – Mercoledì:

Celebro la S. Messa allo Scolaro; cammin facendo svolgo la meditazione della giornata, molto appropriata: spogliamento esterno, spogliamento interno, l’anima non conserva che una sola energia quella di soffrire: presto non avrà più questa energia… la purificazione dell’anima è completa. La scomparsa di ogni velivolo tricolore ha portato nell’anino nostro una impressione indicibile: senza notizie, senza alcuna comunicazione, ci sentiamo abbandonati da tutti. Comprendiamo abbastanza come tutto è andato in rovina e mentre scrivo il cannone tuona in lontananza.

29 Luglio – giovedì:

Ieri e oggi abbiamo avuto calma aerea e anche sul fronte di battaglia. Quando potremo ritornare a casa?

30 Luglio – Venerdì:

La Croce si erge dappertutto dinanzi ai nostri occhi di cristiani a fine di indicarci che dovunque nella vita incontriamo una pena, la croce di Gesù è li per santificarla, trasformarla e dalre un merito divino. Mettiti adunque una buona volta al piè del tuo Crocefisso, domanda di saper finalmente vivere per Lui. Passa una squadriglia di apparecchi che scarica bombe sullo stradale a valle, due volte. Poi verso Bronte, Casotte, Troina, mentre la contraerea abbatte un velivolo che si vede cadere su schettino.

Vorremmo uscirne presto e non comprendiamo perché oggi il cannone non tuona e gli inglesi non spuntano ancora. Quanto durerà? La mancanza di notizie aumenta il nervosismo; ho fiducia che il Signore solleverà presto l’anino dei suoi sacerdoti così umiliati in questi giorni: fisicamente per la fuga, con la scomparsa della dignità essendo anche noi sfollati e dei più comuni; umiliati spiritualmente perché ci si ripete con sarcasmo: “Dov’è il vostro Dio?”.

31 Luglio – Sabato:

Ore 17: Altre bombe su adrano: sebbene: tanto lontani i nostri nervi si risentono molto. Pensiamo alla Chiesa, alla casa, diciamo che resteremo senza tetto; riflettendo aggiungiamo: ci resti almeno la vita e al resto penserà Dio.

1° Agosto – Domenica:

Ore 10 – 10,30: Pioggia di bombe su Adrano. Vado a celebrare allo Scolaro; dalla piazzetta si vedeva la scintilla dello scoppio, seguita dal fumo intenso  e dal boato terrificante. Sarà un miracolo del Signore trovare la nostra casa. Ormai domandiamo al Signore di conservarci almeno l’esistenza, ma questa è legata ad un filo molto tenue, perché gli apparecchi carichi ci passano continuamente addosso e temiamo e diventiamo freddi, muti, smarriti. Pregate perché quei giorni siano accorciati; noi lo speriamo fermamente, sebbene non troviamo via d’uscita al nostro assedio. Gli inglesi si fanno aspettare, mentre si dice che si trovino già a Regalbuto. Si raccontano sevizie commesse dai tedeschi sbandati; accrescono il terrore e diminuiscono la fiducia nella nostra sicurezza. La fantasia ha la sua parte, non comprendiamo ancora come Catania non sia caduta mentre Augusta è caduta il secondo giorno. Questo triangolo di Sicilia ha avuto la triste sorte di puntellare il bestione cadente, a che prò se ogni resistenza è inutile?

2 Agosto – Lunedì:

Quale triste incarico mi sono assunto! Perché non credevo di registrare note tanto dolorose. Oggi otto incursioni su Adrano: cosa troveremo della Chiesa, delle case, della SS. Vergine? So già che il salone dell’oratorio è distrutto, ed il resto? La SS. Vergine non vorrà più vedere i bambini cantare le sue lodi?

3 Agosto – Martedì: S. Nicolò Politi.

Da questa altezza assisto all’ultima distruzione di Adrano; penso al profeta Geremia piangente sulle rovine di Gerusalemme. Non è più possibile contare le incursioni; queste si succedono ad ogni minuto. Arrivano i bombardieri alla Luna, Solicchiata. Tre spezzoni cadono vicini a noi, ed eccoci, in seguito a questo fatto, in fuga precipitosa verso l’alto e l’ignoto. Prima di sera siamo alla Marina, in casa Corsaro, in cerca di maggior tranquillità; le perplessità aumentano perché l’aviazione ci perseguita per ogni dove, senza via dis campo; veramente il Cuore di Gesù il solo nostro rifugio,

4 Agosto – Una scena fra le innumerevoli.

3 bombe alla Santuzza; parecchi feriti, qualche morto: ad una giovane madre mentre il marito è militare nell’Alta Italia, muore in campagna una bambina di due anni per malattia. Va la stessa madre a seppellirla al cimitero, dopo averla portata, per la constatasione dal dottore ad Adrano, fra il pericolo delle bombe.

Un bambino di sei anni ferito gravemente, muore e la madre lo seppellisce in un vigneto; si vede la crocetta sul posto. Sotto un castagno sta seduta la povera madre, conserva gli occhi smarriti, dimostra grande sofferenza, le sta vicino un altro bambino di tre anni, accovacciato.

Una giovinetta assiste una sorella ferita, questa chiede di confessarsi, domani le porterò la S. Comunione.

5 Agosto – Giovedì:

Celebro la S. Messa, poi porto la S. Comunione alla ferita di cui sopra, passano, sempre terrorizzati, gli apparecchi, ma penso di non temere portando io Gesù. La comunico assieme alla sorella assistente. Nel pomeriggio momenti di terrore indescrivibili; avrei bisogno di altri vocaboli per esprimere il mio pensiero, panico, agonia, freddo sudore: per circa 4 volte è come un tiro al bersaglio sopra di noi. Ci sembra di non poter sopravvivere, preghiamo sospirando.

6 Agosto – I° Venerdì del mese:

Dopo l’agonia di ieri cerco rifugio ad Intraleo. Parto con un compagno alle ore cinque ma dopo un tre quarti d’ora di marcia tra i boschi e le rocce sbaglio strada; l’ ho come un segnale che il S. Cuore di Gesù non lo creda opportuno, poiché si avvicina la fine della tragedia. Ritorno e incontro un plotone di tedeschi sbandati, ma armati di tutto punto; cercano rifugio verso Bronte, rosicchiano mele acerbe, salutiamo e alcuni rispondono.

Quale impressione in questo mattino di odissea, fra questi boschi dove altre volte siamo venuti con tanti giovanetti festanti, ora ci incontriamo in clima di battaglia con questi uomini in ritirata. Hanno anche loro una patria, una famiglia, sono dei bei giovani, anche loro hanno un’anima: Cuore di Gesù convertici, fate cessare questo flagello, tutti fratelli nel vostro amore, tutti figli redenti dallo stesso divino sangue.

Vado a celebrare la S. Messa tra gruppi di fuggiaschi, poiché si scappa ancora. I più coraggiosi vengono alla santa Messa, si accostano alla S. Comunione, non posso non ringraziare il S. Cuore. Le incursioni si rinnovano lontano nel pomeriggio. La radio annuncia l’evacuazione di Catania, ma ancora le batterie sparano da Centurie su Adrano

7 Agosto – 1° sabato del Mese.

A mezzanotte del venerdì fuoco infernale di artiglierie, non sappiamo da dove parte e contro chi p diretto, ma la casa è scossa, Mi metto in piedi ma non resisto per la stanchezza e mi accovaccio, recito il santo Rosario essendomi accertato di non trattarsi di bombe aree, ed avendo bisogno di riposare, ricordandomi il detto del fante anziano in trincea: “Quando il cannone è addosso a noi, noi non abbiamo il tempo di sentirlo perché ci ha già colpito, perciò essendo gli scoppi lontani, non si spara in questa direzione. Ore 8,30 celebrata la S. Messa, porto 20 S. Comunioni nell’abitazione, sembriamo nelle missioni, le più lontane, senza storia, senza teca, senza corporale, scene commoventi; confessioni all’aperto, Frattanto giungono notizie e le più disparate ; leggo quest’ordine autentico del tenente dei carabinieri,: “Sottufficiali, appuntati dei CC, scendete immediatamente ad Adrano . 6 Agosto 1943”. Si suppone per accogliere gli inglesi e tenere l’ordine. Stamani altre voci: “Sono entrati, si può scendere in paese, solo uomini senza donne né bambini”.  

Il fermento è indescrivibile, tutte le campagne sono affollate, siamo accampati sotto gli alberi. “Pregate che ciò avvenga d’estate”. E anche questo fu misericordia di Dio.

Le notizie si propagano come il fulmine, non si riflette più, il delirio è all’apice, molte lodi al Signore, molte speranze affiorano. Ora sono le ore dieci; il ritorno è iniziato, trapela la notizia dell’arrivo degli inglesi. Alcuni coraggiosi vanno per vedere e ritornano con le novità attese: “Inglesi, americani sono arrivati, niente paura, accolgono bene”.

Frattanto arriva un’auto-ambulanza alla Santuzza curano e raccolgono i feriti, molti vanno a vedere. In un attimo, in qualche ora i boschi si svuotano, la maggior parte delle persone, fuor di sè, prende la via del ritorno, è uno spettacolo indescrivibile, ma si va verso l’ignoto: “troverò la casa, le masserizie?”. Non crediamo a noi stessi. Si manca forse di prudenza perché il cannone tuona ancora verso Bronte, ma la gente è pazza di gioia e ritorna con lo stesso ritmo dello sfollamento: non setnte ragione. Una buona giovinetta, mentre si riassetta dice: “Si ritorna proprio nel primo sabato di Fatima”.

8 Agosto – Domenica.

Ore sei,, vado con il reverendo Dell’Erba Salvatore; sorridiamo avvicinandoci verso l’ignoto che non avevamo saputo concepire. Si sperava, tanto che dicevamo: “Celebreremo al Rosario, in ringraziamento alla SS. Vergine. Fiat voluta Dei”.

Qui il diario ha fine perché dovrei per ogni sillaba versare una lacrima, ma il dolore è tanto che non si piange; siamo semplicemente impietriti. Non mi avvicino alla SS. Vergine per non piangere: non sorride più, ma è rimasta perfettamente intatta sebbene si vedono tre buchi nella icone. Questo mi è sembrato un segno di speranza e di futura resurrezione.

Lancio in ricoro l’ultimo appunto del diario che porta casualmente stampato sulla carta di fortuna:

LA BUFERA

8 Agosto Domenica, ore 6 e vado con il Rev. Dell’Erba – sorridiamo avvicinandoci verso …

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